martedì 1 maggio 2012

A scuola nel Regno Unito

Miriam Paternoster :" I’m an Italian middle school art teacher, but now I’m living in UK with my family".
Conosco personalmente Miriam Paternoster, che potrete anche voi incontrare nel blog Arteascuola, (This blog is a place to share, swap, and explore lessons, systems, and creations in other art classrooms) dove Miriam condivide lavori e capolavori che ha realizzato a scuola, in Italia, che ora realizza insieme ai suoi figli, a casa e a scuola nel Galles, dove attualmente risiede.
Dalle attività condivise comprenderete l'attenzione che pone nel proporre attività creative che coinvolgano gli alunni nella sperimentazione di tecniche e  materiali diversi, con l'obiettivo di ottenre prodotti che incrementino il senso di autonomia, di autoefficacia, di collaborazione e di rispetto dei ragazzi...insomma "learning by doing" e "learning is an experience"...

Miriam & family...è anche una bella e lunga storia che narra scelte di vita particolari vissute in una casa-mondo e in una scuola-mondo per i suoi figli...(ne riparleremo con lei...)

Attualmente, come avete letto, vive in UK con la famiglia, 3 figli che potete ammirare qui e che, come documentano le divise orgogliosamente indossate...frequentano le scuole del regno Unito

first day  of school 2011 - by Miriam

Non ho resistito alla tentazione di contattarla e di farle un'intervista (via mail) su alcuni aspetti del sistema scolastico d'oltremanica.
Che idea hai potuto farti della scuola inglese?
La mia esperienza è forse superficiale , ma  da mamma di tre bambini che per 3 anni hanno frequentato scuole internazionali posso avere almeno qualche opinione realistica al riguardo. Comunque sto frequentando la scuola di mio figlio ed assisto alle lezioni nel dipartimento di arte ed è già qualcosa per rendersi conto dei metodi e degli obiettivi che questo educational system vuole raggiungere, soprattutto se confrontate con la scuola italiana.
 
Spazi fisici: 
nella scuola primaria si notano le differenze più grandi, le classi sono organizzate secondo lo spazio laboratoriale ( vedi http://laproffa.blogspot.co.uk/2010/10/scuola-senza-zaino.html ) e quindi non esiste la lezione di tipo frontale come la facciamo noi. TUTTE le classi hanno lavandini, librerie, computer in classe e L.I.M.

ecco l'esempio di una nostra aula e un'aula di una scuola europea/internazionali



 Materiali
Alle elementari hanno vari quaderni in carta riciclata forniti dalla scuola e non li portano quasi mai a casa, vanno a scuola con una "bustina" con dentro un fascicoletto o un libretto o un quadernino con una penna, perchè tutto il materiale è a scuola, i libri non ci sono perchè tutto quello che serve è ON LINE vedi anche http://www.senzazaino.it/
 
 Metodi e tecnologia
I metodi sono molto basati sull'esperienza perchè "learning is experience" quindi non esistono solo  libro\gesso\lavagna  e la tecnologia è una parte fondamentale dell'apprendimento visto che ormai abbiamo a che fare tutti con nativi digitali e non si può assolutamente omettere questo aspetto nel sistema dell'apprendimento scolastico.
Parlando di tecnologia nella scuola primaria c'è un box con una ventina di iPad da utilizzare a rotazione nelle classi, mio figlio di 7 anni partecipa alle lezioni cosiddette "Opzionali" del "Technology club" dove usano gli iPad per disegnare, fare giochi linguistici e matematici... immagina l'interesse e il divertimento, altro che contaminare i bambini!

Homeworks
I ragazzi hanno pochissimi compiti a casa, per lo più devono finire dei lavoro cominciati a scuola e devono soprattutto leggere (qualsiasi cosa purchè leggano...), molti compiti sono on line, il bambino ha un suo account in un sito di matematica in rete con la scuola e il professore dà i compiti sul sito, vede i progressi del ragazzo, controlla se i compiti sono stati fatti o no. tra il resto su questi siti ci sono esempi per comprendere passo passo la consegna che ti viene data quindi attraverso la revisione poi il ragazzo è in grado di fare i compiti da solo. C'è un punteggio, una media , un'autovalutazione, la possibilità di parlare con gli insegnanti, la possibilità di simulare i test con le spiegazioni durante il percorso e  di ripetere i test sbagliati comprendendo gli errori commessi... insomma, tutto quello che si vuole.
 
Colloqui con i genitori (e alunni)
Ad esempio: io e Mario andiamo a udienza per sapere come va nostro figlio Paolo e chiaramente è invitato anche lui in divisa impeccabile. Intanto c'è un tutor della classe che spiega tutta la situazione scolastica dell'alunno e noi ci facciamo un'udienza sola e non dodici udienze separate (poi si può chiedere appuntamento "privato" con un docente in particolare tramite libretto personale...). Poi quando entriamo c'è UNA sedia davanti al docente e due seggioline ai lati, quasi dietro la sedia centrale. Hai già capito dove voglio arrivare: l'udienza è del ragazzo di fronte al suo tutor, è sua la responsabilità del SUO studio, dei SUOI compiti, dei SUOI obiettivi e desideri. Viene mostrata la pagella e vengono discussi i voti, con molta serenità e molti sorrisi, poi viene chiesto al ragazzo che cosa non è andato bene, che cosa gli è interessato di più , cosa secondo lui può migliorare e come. A quel punto vengono scritti i targets da raggiungere per il prossimo mese, o quadrimestre e vengono concordati dall'insegnante e dal ragazzo... E' una specie di accordo dove l'alunno si prende la responsabilità di provarci, di fare del suo meglio e di chiedere aiuto se ne ha bisogno: AUTONOMIA, RESPONSABILITA'.
 
Valutazione
Ovviamente registri, pagelle, report sono tutti in rete...
  Altra cosa fondamentale secondo me, c'è una pagella con i voti delle varie materie, ma poi vengono valutati anche COMPORTAMENTO, IMPEGNO, COMPITI A CASA con una valutazione per ciascuna voce.
I miei figli qua sono stranieri e allora puoi immaginare la leggera apprensione che avevo per il loro rendimento scolastico... con loro ho concordato che questa seconda pagella doveva essere piena di "A", perchè su quella non avevano scuse, non c'entra essere madrelingua e avere difficoltà di comprensione del testo o trattare argomenti completamente nuovi... c'entra solo il rispettare le regole, mettercela tutta, chiedere aiuto e fare quello che ti viene chiesto meglio che si può, E PER QUESTO vieni valutato. Per la prima pagella andava bene qualsiasi voto...
La disciplina è stabilita e condivisa da TUTTA la classe insegnante in maniera uguale (limiti,  sanzioni,  soluzioni) e credo che questa sia la grande forza di queste scuole, le regole e le sanzioni sono chiare, stabilite scritte nero su bianco per alunni genitori e insegnanti

Qualche considerazione (by Miriam)
Dovrei fare un lungo discorso con te riguardo alle differenze che ho colto tra il nostro sistema scolastico e quello internazionale...perchè gli argomenti sono davvero tanti! 
Dalla mia esperienza personale credo che qui ci sia molta più attenzione alla responsabilizzazione e l'autonomia del bambino fin dai primi anni di scuola, è lui il primo responsabile delle sue scelte, della sua vita, dei suoi doveri e dei suoi obiettivi, e gli obiettivi principali alle elementari sono quelli che fanno diventare persone prima che alunni. Il focus è molto improntato sul rispetto, sulla convivenza, sulla responsabilità della persona che vive in mezzo ad altre persone e che quindi deve rispettare le regole, come in un gioco, come nello sport, come in una famiglia... questi concetti vengono messi al primo posto, prima della didattica, prima dei programmi ministeriali, dei voti e delle pagelle.
La mia non è una cieca lode al sistema educativo internazionale, il bello di avere esperienze che durino più di qualche mese ti dà un'idea realistica dei pro e dei contro ed è questa capacità critica che vorrei affinare prima di rientrare in Italia...
 
Qualche considerazione (mia)
Ho letto la mail di Miriam come si legge un libro di fiabe...mi sembrava un incanto...ambienti di apprendimento laboratoriali, tecnologie che supportano realmente la didattica, lim, ipad, tutor di classe...responsabilità del proprio apprendimento, pochi compiti a casa... tutto quello che cerchiamo di fare anche noi...ma con grandi resistenze da parte di colleghi, dirigenti, e a volte anche genitori...tutti ancorati ad una visione della scuola di fine '800.
 
Come dice Giovanni Biondi "Se    un    viaggiatore    nel    tempo    potesse    arrivare dall’Ottocento...faticherebbe certamente a riconoscere il mondo, ma se entrasse in una classe capirebbe facilmente di essere a scuola”
 
Miriam si è resa disponibile ad altri approfondimenti...se avete domande ponetele qui nei commenti, vediamo di non perdere questa occasione che ci permette di avere notizie di prima mano...
 
Grazie Miriam...al prossimo approfondimento!

13 commenti:

Luca ha detto...

Quante cose andrebbero cambiate nella nostra scuola!Ne sono sempre più convinto.Ne ho parlato in varie occasioni, proprio con Miriam.Infatti le ho detto che mi tenga un posticino qualora la disperazione prendesse il sopravvento...

Annarita ha detto...

Conosco il sistema educativo inglese per averlo studiato qualche anno fa, insieme agli altri sistemi educativi europei, fa quando mi occupavo attivamente di valutazione. Pertanto, ero a conoscenza delle belle cose raccontate da Miriam.

Non ho domande da rivolgere, ma solo delle considerazioni da fare:

1) Il sistema educativo inglese è fortemente decentralizzato sin dal XIX secolo, con tutto ciò che ne consegue in fatto di responsabilità: sono infatti le Local Education Authorities (LEAs), 96 in tutto il paese, che amministrano tutto il sistema e si occupano di garantire che l'istruzione pubblica gratuita venga fornita in modo adeguato.

2)L'istruzione pubblica è gratuita. Le scuole inglesi si dividono in maintained (scuole statali) e independent (scuole private). Le scuole private sono in totale più di 2500 e si sostengono con il pagamento delle rette scolastiche o con aiuti provenienti da enti privati. Il loro standard è molto elevato.

3)In Inghilterra c'è un sistema di valutazione scolastica molto dettagliato e le valutazioni ricevute dai professori vengono ampiamente pubblicizzate, in modo che le famiglie abbiano in mano il maggior numero possibile di informazioni per decidere in quali istituti iscrivere i propri figli. Il Performance management in base al quale viene valutato il lavoro degli insegnanti è composto da tre fasi: pianificazione degli obiettivi, monitoraggio dei progressi, valutazione finale dell'insegnante.

4)Sono le scuole che singolarmente decidono quanti insegnanti tenere nel proprio organico. Il Board of Governors (Consiglio di Amministrazione) si occupa delle procedure selettive: non esiste infatti una graduatoria degli insegnanti. La nomina dei nuovi insegnanti è spesso delegata dal Board ai direttori delle scuole. Per esercitare la professione gli insegnanti sono tenuti a ottenere la qualifica del Department for Education and Skills e a essere registrati al General Teaching Council. L'abilitazione all'insegnamento non garantisce automaticamente un posto di lavoro. Dopo un periodo di prova solitamente gli insegnanti hanno contratti a tempo indeterminato.

E' la scuola stessa che paga i professori. Gli stipendi sono regolati da un contratto nazionale, ma ci sono retribuzioni supplementari in base ai risultati. Le scuole possono dare premi, incentivi e gratifiche per trattenere i professori più bravi. Gli aumenti di stipendio per gli insegnanti vengono decisi dai singoli istituti e dai consigli di amministrazione. Il contratto di base degli insegnanti prevede 1265 ore di servizio annuali, che le varie scuole gestiscono a seconda delle necessità. Le ore settimanali di lavoro sono circa 37. La busta paga annuale di un insegnante del Regno Unito è di circa 32 mila euro, in Italia invece un insegnante guadagna circa 23 mila euro all'anno.

Ci sarebbe altro da dire, ma molto lo ha illustrato Miriam. C'è anche da precisare che nel Regno unito il mestiere di insegnante viene intrapreso da chi ama veramente questo tipo di lavoro, mentre in Italia l'insegnamento è spesso soltanto un tipo di lavoro ed una corsa al posto fisso sicuro!

Scaturisce da sé che un confronto tra due sistemi scolastici educativi così diversi non può che sottolineare le mancanze del nostro.

A chi tocca lavorare di più per cambiare le cose? Domanda molto ardua se non interviene un cambiamento drastico a livello centrale in primis e se gli insegnanti non scelgono di svolgere questo mestiere con estrema consapevolezza.

Ringrazio te e Miriam per l'opportunità di riflessione offerta con l'articolo.

Annarita

Claudia Paternoster ha detto...

Quanto lavoro c'è da fare! Quante proposte, quanta novità... c'è da lavorare seriamente, e dipende anche da noi insegnanti provare a cambiare qualcosa, aggiornandoci e aprendoci con entusiasmo al cambiamento.

Miriam Paternoster ha detto...

Grazie ad Annarita per la dettagliata spiegazione, è chiaro che le differenze risalgono a monte, al problema del reclutamento degli insegnanti, che qui sono una classe molto stimata e preparata (oltre che ben pagata) proprio perchè la professione di insegnante non è un ripiego per chi voleva fare qualcosa d’altro...

maestra manuela ha detto...

C'è davvero tanto da riflettere e da lavorare! Non per sposare in toto modelli stranieri, ma per uscire dall'empasse in cui versa la nostra scuola e riuscire a costruire nuove strade per andare incontro ai nuovi bisogni educativi...
Ho condiviso questo interessante post-intervista sul mio blog.
Sono rimasta colpita dall'attenzione che viene posta alla responsabilita e all'autonomia degli alunni.
Mi piacerebbe sapere qualcosa in più sul tutor di classe e sull'esperienza dell'uso dell'Ipad a scuola...
a presto
Manuela

france ha detto...

Copio qui il commento che la mia amica Cinzia mi ha mandato via mail.
"Grazie France,
non ho capito però di che scuola si tratta: é una scuola inglese privata, pubblica o una scuola internazionale? Mi sembra molto interessante, ma tutto troppo bello per una scuola pubblica... Non sono una fanatica delle scuole private ma mi sembra una situazione troppo perfetta anche per le scuole inglesi... oppure mi sento depressissima perché viviamo veramente nel peggiore dei mondi possibili.."

Domanda che giriamo subito a Miriam...

france ha detto...

@ Luca...guarda che potresti incontrarmi!!! :)

@ Annarita: userò il tuo contributo per il prossimo post...dovremmo aprire il discorso sulla valutazione dei docenti...

@ Claudia, Manu...c'è da lavorare e mettersi in gioco...ma non basta! abbiamo provato sulla nostra pelle e appena letto da Annarita (post precedente) che le resistenze sono molte: c'è bisogno anche di politica scolastica rivolta al futuro e non ripiegata sul passato!

@ Miriam: mi sa che abbiamo suscitato un bell'interesse...

Sybille ha detto...

Interessante, anche il contributo di Annarita!

erica ha detto...

ciao Francesca,
post e commenti molto interessanti.
Io non conosco il sistema scolastico inglese se non per sentito dire e questa è un'ulteriore conferma che il nostro modo di vivere la scuola deve assolutamente cambiare!!!

Seguirò con interesse le "prossime puntate".
un abbraccio
erica

france ha detto...

Grazie a tutti!
Nel prossimo post trovate la seconda puntata!
A presto,
france

ENGLISHTEACHER ha detto...

Ciao Francesca sono una collega della scuola primaria e volevo chiederti il permesso di inserire dal mio blog un link verso il tuo. Trovo molto interessante confrontare con i miei alunni durante le ore di civiltà inglese le scuole italiane con quelle inglesi.
Grazie mille
Silvia maestradituttounpo.blogspot.it/

france ha detto...

Silvia, vergognosamente leggo solo ora ...certo che puoi!
francesca

Anonimo ha detto...

Ho letto con molto interesse anche il commento di AnnaritA. Conosco il sistema educativo inglese non perché l'abbia studiato ma perché ho lavorato nella scuola inglese. Devo perciò sottolineare alcuni aspetti. Dal punto di vista degli alunni e dei genitori è vero che la classe è un laboratorio e questo è meraviglioso, ma alla fine dei corsi i ragazzi non raggiungono delle buone competenze. La cultura generale, se ancora importa, non fa parte del bagaglio culturale di un alunno medio inglese. Solo chi può permetterselo avrà accesso alle scuole più prestigiose. Il sistema è infatti organizzato su principi gerarchici rigidi, l'accesso alle scuole da parte degli studenti (dopo la primary) non è totalmente libero ma regolamentato. Non vado nel dettaglio perché ci sarebbe troppo da dire. Per quanto riguarda la disciplina non potrò mai dimenticare quelle assembly la mattina dove 300-400 ragazzi siedono in silenzio, ma non potrò neppure dimenticare gli scherzi crudeli,le minacce, le piccole cattiverie che ho visto mettere in atto ai ragazzi nei confronti dei piu deboli (non ne ho viste di simili in Italia). Questo perché la disciplina è basata su in sistema di punizioni e premi e non sulla consapevolezza individuale. SUL versante degli insegnanti la situazione è peggiore. Basterebbe parlare con un insegnante inglese per saperlo. È vero sono contrattati dalle scuole direttamente e perciò sono costretti a fare molte ore in più non pagate (club, assistenza) per essere riconfermati. L'atmosfera tra di loro è pesante,di eterna competizione. Sempre con l'incubo dell'offsted (ispezione esterna) che ha qualche aspetto positivo ma che viene vissuta malissimo dai docenti. Per quanto riguarda il fatto che il mestiere dell'insegnante venga scelto da chi veramente ci crede (ritorna questa leggenda della missione),vi dirò, secondo la mia esperienza,che nessuno vuole fare l'insegnante nelRegno Uniti. Infatti spesso sono a corto di docenti e vengono contrattati ragazzi con pochissima esperienza che vengono dalla Nuova Zelanda e dal Sud Africa. Niente in contrario, ma spesso questi insegnanti non hanno un percorso formativo adeguato. Inoltre proprio perché il sistema retributivo è agganciato al Board, gli insegnanti più anziani vengono spesso sostituiti (senza giusta causa né motivazione o altro) con altri insegnanti più giovani e meno competenti e che vengono riconfermati ogni term, perciò disposti a fare di tutto gratuitamente - perciò lo fanno male perché sono costretti. Inoltre questi docenti proprio perché alle prime armi COSTANO MENO alla scuola. Detto questo e non è tutto, vorrei aggiungere che, avendo lavorato in diversi paesi e sperimentato diversi sistemi scolastici, la scuola italiana non ha niente da invidiare alle scuole degli altri paesi. Certo sarebbe bello avere più strumenti tecnologici e più soldi in generale, non ci dimentichiamo che la nostra scuola ha subito e subisce tagli ad ogni finanziaria ( mascherati in vari modi) . Perciò ritengo che la scuola italiana sia un vero miracolo:è ancora in piedi, nonostante sia offesa, maltrattata e ripudiata quotidianamente dai politici che s'inventano BUONE SCUOLE che altro non sono che SCUOLE BUONE per far felici gli ignari genitori e per far risparmiare ancora qualche spicciolo sulle spalle dei nostri ragazzi compromettendo il loro futuro. LA scuola italiana va avanti perché ci sono ancora degli insegnanti, un po'folli, che ancora ci credono. Ci provano ad insegnare, a lavorare seriamente ma non so ancora per quanto resisteranno. E quando saranno estinti o sconfitti ci trasformeremo in un magnifico paese come il Regno Unito dove se sei figlio di operaio sarai un operaio e sei sei figlio di un professionista sarai un professionista. Una società gerarchicamente costruita dove ognuno è felice là dove sta. Io ho creduto in una scuola che desse un'opportunità a tutti anche al figlio dell'operaio e del contadino. E in questo voglio continuare a credere. Giulia