martedì 26 gennaio 2010

RICORDARE CON UN LIBRO

Ricordare leggendo...Il bambino nascosto... Il bambino nascosto è l'autore, un bambino ebreo emigrato con la famiglia dalla Polonia in Francia per sfuggire all'ondata antisemita e scampato fortunosamente alla strage di un milione e duecentomila piccoli ebrei uccisi dai nazisti. Quando Hitler invade la Francia, il padre, sarto, comunista come molti idealisti dell'epoca, viene prima internato in un campo e poi trasferito ad Auschwitz, dove muore. Più tardi la stessa sorte tocca alla madre, che però prima corrompe una guardia per nascondere il figlio in un ospedale pieno di bambini ebrei. Millman, attraverso i disegni di sua mano e le fotografie recuperate dell'album di famiglia, ricostruisce con accenti sobri, quasi documentari, ma toccanti, il crescendo della tragedia personale e collettiva: il pollo portato a cuocere la domenica nel forno della panetteria vicina, i bambini che giocano alla guerra, l'obbligo di portare la stella gialla, la confisca di radio e biciclette, i giardini vietati a cani ed ebrei, la prigione ("Mi sentii di precipitare dentro un abisso nero"), l'affidamento a persone avide e impietose ("Avrei voluto non essere mai nato ebreo"). Ma racconta anche la solidarietà e la generosità di persone che rischiarono la loro vita per salvare la sua. Poi arrivano i carri armati americani e un soldato sorride e dice: "Mi chiamo Epstein! Anch'io sono ebreo. Parlo yiddish". Isaac a quindici anni viene adottato da una coppia di ebrei americani, si laureerà in belle arti, scriverà e illustrerà libri per l'infanzia. L'ultima immagine prima di salire sull'aereo che lo porterà negli Stati Uniti: "Rivedo il babbo che saluta con la mano dietro il filo spinato e sento sulla guancia le lacrime della mamma".

2 commenti:

erica ha detto...

questo è veramente un giorno speciale, un giorno per riflettere e pensare alle crudeltà di cui l'uomo è capace.
Speriamo che questo sia solo uno spunto per meditare e aiutarci a non stare zitti di fronte a questi fatti vergognosi che purtroppo, in molte parti del mondo, succedono ancora.

france ha detto...

Cara Erica,
per non dimenticare...purtroppo non è sufficiente un giorno...dovremmo ricordarcene giorno dopo giorno...
Credo che la narrativa ci aiuti a conunicare ai bambini fatti anche molto tristi o situazioni difficili e complesse...aiuta a collocarle in un ambito virtuale in cui vedere, provare, sperimentare...in forma protetta.
Ti abbraccio
france